31. Svend e le donne di Cubana

CUBANA

Il libro CUBANA nasce nel "periodo svizzero”, a Grandvaux, in una splendida casa sul lago di Ginevra sul passo per Montreux, vicino a Losanna, dove Hugo Pratt si era stabilito, dal 1984, in un’oasi nel verde in mezzo ai boschi.

Il progetto parte tutto da una chiacchierata nel 1993 tra Pratt e i suoi collaboratori.

Stanno lavorando a una storia di Jesuit Joe per la rivista Comic Art, quando a Hugo viene in mente di scrivere la seconda parte di "L'uomo dei Caraibi".

Hugo pensò di collocare il sequel a Cuba durante la rivoluzione castrista. Poi il progetto viene tralasciato e dimenticato in un cassetto... e nel 1995 il Maestro di Malamocco parte per il suo ultimo viaggio.

L’idea di Cubana viene ripresa e sviluppata solo nel 1997, quando Fuga e Vianello decidono di riscrivere questa storia, di completarla e ampliarla, per farne una vicenda autonoma e di più ampio respiro.

La lavorazione si concluderà nella primavera del 1998, il protagonista di CUBANA verrà ridisegnato e avrà un nuovo nome, Cudd, un marinaio addetto ai trasporti, di cui si sa pochissimo, tranne che il suo nome ha origini gaeliche e significa “nascosto”.

E di nascosto infatti Cudd ha tutto un romantico ed avventuroso passato. In questa storia a fumetti c’è dentro Che Guevara, Hemingway e c’è il boss della malavita cubana soprannominato “il Tigre”. Per quest'ultimo, legato ai servizi segreti americani, c'è stata una lunga ricerca per farne una descrizione che fosse la più fedele possibile.

Magia, mistero, superstizione e filtri d'amore

Cuba è uno stato laico dal 1992, anno dell’abolizione dell’ateismo fino ad allora imposto dal regime comunista di Fidel Castro.

Per cinque secoli, dopo la sua scoperta, qui il mondo religioso si è arricchito con credenze e istituzioni di diverso tipo. 

Sacerdoti, pastori, babalaos e spiritisti convivono officiando i loro culti in tutta libertà.

Molto diffuse sono le religioni afrocubane, tra cui la Santería, che rappresenta il sincretismo tra le divinità africane e quelle cattoliche.

Altre religioni di origine africane sono, il Palo Monte o Palo Mayombe, praticato dagli africani di lingua bantù, una specie di culto dei morti al limite della magia nera, e l'Abakuà: caratterizzato da cerimonie religiose in cui i fedeli si mascherano da diavoletti, ballano e suonano strumenti musicali.

abakua

La Santeria

La Santería, o Regla de Ocha, è la più praticata tra le religioni a Cuba e ha origini storiche provenienti dall'Africa occidentale, appartenenti ai gruppi etnici di lingua yoruba. 

Le popolazioni africane che arrivarono a Cuba, deportate durante la tratta degli schiavi, riuscirono a conservare vive le loro tradizioni religiose grazie all'abile identificazione degli "Orishas" con i santi della religione cattolica.

Gli Orishas, che in origine erano assimilati ad un fiume o una montagna, assumono ideali fattezze antropomorfe, ciascuna simbolo delle qualità e dei difetti umani, ognuno con un particolare potere:

  • Oggùn, divinità del ferro e dei metalli, che viene presto assimilato con San Pietro;
  • Babalù Aye, divinità legata agli infermi e alla malattie, si sovrappone con San Lazzaro; 
  • Changò, divinità del fuoco e dei fulmini, della danza e della guerra, diventa Santa Barbara;
  • Elegguà, simbolo degli opposti e protettore dei viaggiatori, si confonde con Sant’Antonio da Padova.

Ogni uomo è governato da un Orisha a cui deve rispetto, devozione ed offerte, soprattutto nel giorno della festa di ogni Santo.

Durante queste feste ci si scatena in danze e musica, vengono offerte grandi quantità di cibo e bevande e si celebrano messe accompagnate da veri e propri episodi di trance al ritmo dei tamburi sacri Batà

Babalawos e Santeros incarnano il santo, ricevendo messaggi e consigli per risolvere i loro problemi spirituali e materiali.

La Santeria

ERNEST HEMINGWAY A CUBA

Ernest Hemingway, conobbe Cuba per caso. Quando nel 1928, di passaggio con la famiglia, visitò L’Avana.

Da quel momento scoppiò l’amore per la città, tanto che decise di visitare l’isola più volte. Incantato dalla pesca d’altura dei marlin, passò molto tempo sull’isola finché, nel 1940 acquistò Finca La Vigia, la casa nella quale scrisse alcune delle sue opere più note: "Per chi suona la campana" e "Il vecchio e il mare".

La seconda opera, premio Pulitzer 1953, è influenzata dalla profonda conoscenza della vita e della psicologia dei pescatori, acquisita dall’autore durante i periodi trascorsi a Cuba

In questa casa, che si trova nel piccolo borgo di San Francisco de Paula, a una decina di chilometri a sud-est dell’Avana, Hemingway visse per 22 anni con la sua quarta moglie, quattro cani e una cinquantina di gatti. Oggi è diventata uno dei musei più visitati dell’isola.

Nelle frequenti visite all'Avana lo scrittore praticava soprattutto due locali, diventati ormai leggenda: La Floridita, la patria del daiquiri, e La Bodeguita del Medio due piccoli bar che ancora oggi resistono e racchiudono la vivacità impressa da Hemingway.

 

« My mojito in La Bodeguita,
my daiquiri in El Floridita »

(Ernest Hemingway)

Cubana al bar
cubana sigaro

Il sigaro cubano

A Cuba, la prima donna entrò in una fabbrica di sigari nel 1878 ed era europea, ma fino al 1960 nelle manifatture di sigari cubane arrotolare sigari, era considerato un mestiere solo per uomini, per motivi religiosi e per regole sindacali.

Il lavoro delle donne era limitato alla selezione del tabacco, che svolgevano appoggiando le foglie sulle loro cosce... dando origine al famoso mito che i sigari venivano arrotolati sulle cosce di belle vergini cubane. 

Nella cultura Azteca del quattordicesimo secolo, piante e borse di tabacco erano l’insegna di donne-medico ed ostetriche. Durante i primi anni del 1600, i medici europei credevano che ci fosse un collegamento tra la salute delle donne ed il tabacco, prescrivendo tabacco arrotolato, sigari, per curare mal di testa, mal di denti e raffreddore.

Nell’America Latina, è molto comune l’uso dei sigari da parte delle donne nei loro rituali domestici di guarigione. Nel diciottesimo secolo, in America e in Europa, il numero di fumatrici di sigari era uguale a quello degli uomini.